Boobs!

Quella mattina di luglio era veramente torrida. Avevo un appuntamento con la mia amica Mary.

“Vorrei una tua magia sul mio corpo” mi ha detto al telefono qualche giorno prima e così mi ero preparata una composizione floreale da farle sulla schiena.

Mary è arrivata come sempre in ritardo, ma si è fatta perdonare con ottimi biscottini al burro. Così degustando un buon the con i biscotti le inizio a raccontare quello che avevo immaginato. Ma no, Mary aveva qualcos’altro in mente. 

Così mi fa vedere dei motivi che aveva visto in rete e mi spiega dove li avrebbe voluti. Ho iniziato così interpretando e improvvisando sul suo seno e la magia si è compiuta.

Un paio di giorni dopo ho invitato il mio amico fotografo e abbiamo fatto queste foto giocando con le ombre e con l’acqua.

Grazie Mary!

Laura Kaimi 2020 – @mehndi.la

SILVIA, RIMEMBRI ANCORA…

Questo progettino con la mia amica Silvia lo avevamo nel cassetto già da un bel po’ ma le nuvole di fine settembre non ci hanno impedito di portarlo a termine.
Un giorno ci vediamo ad uno dei nostri soliti aperitivi milanesi e mi dice che l’hanno portata in un posto spettacolare, non troppo distante da casa, dove l’acqua è cristallina, la pace è solenne e la natura regna sovrana nella maestosità dei suoi colori. Lei, io, noi, abituate alla grigia Milano (anche se non è sempre così giuro), sapere di un posto del genere e per di più vicino casa, fa venire i brividi, ma quelli belli, quindi il nostro incontro finisce con la mia curiosità a un milione e la frase “AL TREBBIA CI DOBBIAMO ANDARE!”

Finisce il primo lockdown e sembra si abbia tutto il tempo del mondo, ma alla fine non c’era mai il momento giusto tra il lavoro, i miei e i suoi impegni, le vacanze estive e tutto il resto, così arriviamo a settembre, le giornate si accorciano e tic tac, tic tac, il tempo sta per scadere, sta per arrivare il freddo, ma tra mille peripezie al Trebbia alla fine ci siamo andate.

Era un sabato mattina, zaino in spalla, cappuccino, brioches e tutti in macchina in direzione Piacenza.

Il colore del cielo? Non ve lo dico!

Arriviamo, parcheggiamo con la speranza di ritrovare l’auto esattamente dove la stavamo lasciando, scarpe ginniche ai piedi e via, imbocchiamo un sentierino che scende, scende, scende fra alberelli e roccette ed eccolo lì, quel rigagnolo d’acqua che quando ci pucci i piedini però è tanto gelido e tanto forte che se non stai attento a dove li metti quei piedi, ti porta con sè fino all’Adriatico.

Arrivati finalmente!

Le nostre orecchie sentivano solo lo scorrere dell’acqua e niente più, cerchiamo una zona pianeggiante e dietro qualche cespuglio spunta una seduta ed un tavolino ricavata con delle rocce piatte e lasciate ai posteri, non eravamo certo i primi a sostare in quel luogo e non saremmo stati gli ultimi. Tempo di accomodarci, quattro chiacchiere e tic… tic… tic…. Di che colore era il cielo? Grigio!!! Stava iniziando a gocciolare, ma imperterriti continuavamo con le nostre chiacchere, terrorizzati che arrivasse il diluvio e speranzosi smettesse di piovere.

Nel frattempo nella più totale indifferenza, il cielo sopra le nostre teste era di quel bel grigio scuro, compatto e un po’ londinese, che già mi rivedevo tornare alla macchina fradicia e invece con grande stupore, come fosse una nuvola fantozziana che all’improvviso compare e con la stessa rapidità se ne va, eccolo lì, anche se un po’ timido, ma alto e in tutto il suo splendore, quel bel sole di fine settembre che ha reso la nostra giornata esattamente come speravamo. Hennè alla mano e via che si comincia!

Grazie al fotografo che ci ha accompagnato e supportato in quest’avventura.

Laura Kaimi 2020 – @mehndi.la